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Tra
le tante idee/proposte di cambiamento della società e del nostro
rapporto con la natura, succedutesi negli ultimi cinquant’anni, quella bioregionale è forse quella più concreta affinché l’uomo cambi il suo atteggiamento,
da padrone della terra a cittadino della terra. La visione bioregionale
per me è arrivata quando avevo già fatto le mie scelte:
ritornare alla campagna, vivere in semplicità,
l’autosufficienza come ideale e il consumismo da rifiutare. Era
però una scelta individuale che non faceva i conti con lo
sfacelo ambientale che mi stava attorno. Come cambiare questa situazio-
ne? I buoni propositi delle associazioni ambientaliste, seppur
meritevoli, mancavano però di immaginazione: quale era il passo
successivo dopo la protezione di una zona umida, di un bosco, di una
specie in pericolo di estinzione? L’assunto bioregionale che
recita “la terra è viva, le bioregioni sono luoghi vivi e
noi parte di essi” (Berg), a un primo sguardo, soprattutto oggi,
può sembrare cosa ovvia, in realtà per me (allora) fu un
capovolgimento di prospettiva enorme. Quel “noi parte...”
di un più ampio insieme dove l’uomo non è
necessariamente l’essere più importante, ribaltava
completamente la visione su cui si fonda l’immaginario del mondo
occidentale,[...]
Giuseppe Moretti
dall'intervista a cura di Julie Celnik
"Bioregioni, natura e società" in "Questo luogo mi parla"
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Autori Vari - a cura di Sentiero Bioregionale
Questo Luogo mi parla - frammenti di pensiero e pratica bioregionale
Edizioni Montaonda, 2023
Pagg. 248
per ordinare clicca qui
info: sentierobioregionale@gmail.com
ISBN: 9788898-186686
«Personalmente,
vi posso assicurare che stando sempre sotto le stesse querce e con la
vista della stessa montagna in lontananza, la mia vita è stata
piena di meraviglie e scoperte, una mappa profonda che si è srotolata sotto i miei occhi,
una visione quasi miracolosa di quello che significa vivere. Ho
percepito come il luogo stesso ha svelato, un passo alla volta, dei
segreti, man mano che ero pronta a capirli. Solo di alcuni posso
parlare.»
«Che cos’è quella forte sensazione che sperimentiamo quando stiamo
sulla cima di una montagna o davanti a un paesaggio molto bello?
Come se volessimo qualcosa? Che cosa è che vogliamo? Credo che sia
partecipazione, un abbraccio reciproco fra noi e il luogo.
Come si fa a partecipare a un luogo? Si partecipa avendone bisogno,
il bisogno di vivere
– agire, interagire, capire, conoscerlo in molte stagioni e umori
e dai diversi punti di vista dei suoi tanti abitanti, umani e
non-umani.
Se non abbiamo bisogno di quel luogo, allora siamo solo degli estranei, spettatori, turisti. Se invece ne abbiamo bisogno,
se ci servono cibo e riparo, siamo nella stessa condizione degli altri
abitanti, che vivono in una fitta rete di relazioni.»
(E. Addey, pp. 82 e 106)
Ci sono, in questo libro, diversi modi per dire e per
vivere l’idea bioregionale. È una ricchezza, perché
la vita stessa è una, eppure si svela in diverse forme.
È un libro corale, disordinatamente ordinato, fatto di intrecci,
connessioni, squarci, sovrapposizioni, scatti divergenti.
Sono mondi, spazi, visioni. Forse,
a prima vista, quasi frammentate,
eppure unite dall’invariante bioregionalista. Ogni
narrazione, anche, è debitrice della storia personale di
ciascuno degli autori. Questa è per noi una ricchezza, una
riconferma del fatto che anche se la terra è una, i sentieri
sono molti, e parlano la lingua delle tribù cui ciascuno
appartiene. Ci si rivolge a pratiche e sapienze, tradizionali e non:
alla poesia, all’etnologia e all’antropologia, al teatro,
alla filosofia, alla dimensione spirituale, alla pratica, alla vita
della quotidianità, nuda e ricca.
È quindi un libro per orientarsi o riorientarsi,
cominciare o continuare un cammino
di vita e ricerca, è una mappa vissuta e
in trasformazione. In un tempo di confusione, dispersione, smarrimento,
in cui tante esperienze cercano di riavvicinarsi a una vita di
relazione alla natura, o a difendersi da uno stile di vita violento,
basato sull’interesse e sull’accumulo, il
bioregionalismo vuole essere una proposta concreta, propositiva,
spirituale, che accetta i propri
limiti e quelli dei luoghi tutti
– siano essi città,
villaggio, campagna, giacché non esiste luogo che non sia
collocato nel mondo naturale.
Siamo gentilmente perseveranti nel dire che la visione bioregionale
è la strada – il sentiero – per tornare a essere
figli di questa terra.
(dalla Presentazione)
TESTO DI PRESENTAZIONE IN FORMATO PDF
Testi contenuti e autori:
Introduzione - Giampietro Forlani
Per conoscere un luogo (poesia) - Francesca Mengoni
La via dell’orto - Emiliano Terreni
Bioregioni, Natura e Società - Intervista a Giuseppe Moretti, a cura di Julie Celnik
La storia dell’acqua a Pratale - Martino Lanz
Sass de la luna - Giampietro Forlani
Ecologia profonda e bioregionalismo - Guido Dalla Casa
Sottosopra (Vivere secondo natura) (piece teatrale) - Silvana Mariniello, Alessandra Silipo
Qui camminava San Francesco - Etain Addey
Fare mappe bioregionali vuol dire “fare anima” - Roberto Papetti
Seguire e Risalire (poesia) - Giuliano Spezia
Un percorso femminista ed ecologico - Francesca Mengoni
Questo sforzo di capovolgimento di sguardi - Cosetta Lomele
Tocca con le mani la terra che ti sostiene - J. Albergoni, B. Oberti, T. Locatelli, C. Jansson
Socrate scalzo e la Parola Addormentata - Luca Vitali
Ci devo provare anch’io - Toni Moretto
Giobbi della Pontera - Oscar Simonetti
“Mi ha messo in mano mille piantine di insalata” - intervista a Noa Hornik, a cura di Etain Addey
Osservazione pratica - Francesca Mengoni
Camminare i meandri del fiume - Giuseppe Moretti
Le quattro direzioni (poesia) - Cosetta Lomele
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