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INDICE

La nostra anima di Gary Snyder

Introduzione

Al pascolo

Selvatico e Coltivato

Calcata tales

Partendo dalla città

Gli imprevedibili giardini

Plenilunio d'inverno

Camerano

Lavorando con il selvatico

Prima arrivarono i ragni, poi lombrichi, lucertole e coccinelle

Stagioni

Peyote

Tempi e ritmi selvatici

Canto dall'alto della montagna

Vortice estivo

Acqua, cavalli e noci

Storia vera di un piccolo fiore

Dall'infanzia al bioregionalismo

Qui lo Spirito Guida e il selvatico

Stravaganze e/o extravaganze bioregionali

Vedemmo tre puntini

Dacci oggi il selvatico quotidiano

La magia dell'isola del Sole

Io e il selvatico

Un passo dopo l'altro

La terra, un giorno

Trasgressiva è la notte?

Chi ha il controllo, intelligentone

Il destino bussa sempre alla porta

Il sole dentro la buca

Il vento della città. Lampi metropolitani

Quella volta che Lorenzo andò al vecchio mulino per prendere due sacchi di farina e tornò con un cucciolo di cane pastore

Un saluto, qualche lacrima nel cuore e la vita stretta nel pugno

Un vero "maestro"

Ero con mio nonno

Attraverso le mani

Le olive e lo stretching

Liberarsi

Vita nei boschi

Il ritorno alla terra

Rivitalizzare uno spazio disabitato

Carpino

Vivere il selvatico

Tra due fili d'erba

Parto nei boschi

Dare voce a montagne, faggi, lupi e orsi

Offrirsi agli elementi

La tormenta

Pregare per la terra

Hortus animae, giardino dell'anima

Ritorno alla terra, passo dopo passo

Pomeriggio d'agosto

  

selvatico coltivato bioregionalismo
AA.VV.
Rete Bioregionale
Selvatico e Coltivato
Stampa Alternativa, 2003
pag.192






Ritornare alla terra è come incontrarsi con una cara amica del tempo andato e aprirsi con lei sul proprio passato fatto di ansie e disadattamenti ad un genere di vita non sentito perchè artificiale, in quanto imposto. (Aldo Scarnato).

Oggi per me il selvatico si esercita tanto nel salire sulla cima di una montagna, quonto nel passeggiare per la città senza apparente meta, come assecondando un moto spontaneo del corpo, ma sempre a partire da un grado zero della percezione, e del pensiero. (Antonello Colimberti).

La verità è che il mio rapporto è più con la terra che su di essa, che il clima e le stagioni influiscono su tutto ciò che scrivo e che leggo, per piacere o per lavoro, e che vivere con la terra mi ha motivata a rifiutare in misura sempre maggiore la divisione tra piacere e lavoro. (Fiamma Lolli).

Normalmente, non uso nè seggiole nè tavoli. Sul pavimento della cucina che è anche la stanza principale cè un tappeto per sedersi, e per mangiare basta una piccola tovaglia a terra su cui appoggiare pentole e ciotola. Perchè usare dei trespoli che ci allontanano dalla terra e ci fanno assumere posizioni innaturali e dannose? I popoli che più sono vicini alla madre terra, al selvatico, siedono a terra a gambe incrociate. E così pure andare scalzo il più possibile, con meno vestiti addosso che sia possibile, il corpo a contatto con laria, con il vento, con il sole, con la pioggia, con la nebbia - offrire il corpo agli elementi, prendere energia dagli elementi. (Fabrizio Cardinale).

Non so se per nostalgia o per sensibilità a questo grido della natura o perchè, come donna, mi sento più legata alla terra, di fatto ho lasciato il computer, la matematica e l'imprenditoria. Da alcuni anni vivo a Massa Marittima con la mia compagnia che si occupa di equitazione, in un casolare esposto ai venti del Nord con vista sulle Colline Metallifere, fitte di boschi. Intorno ci sono olivi, fichi, rovi, susine, prugnoli, querce, mandorle, acacie e castagni centenari. Si avverte l'odore del mare e di selvatico. (Francesca Mengoni).

Introduzione di Jacqueline Fassero

Contiene il brano "La nostra anima" di Gary Snyder (tratto da "The Practice of the Wild", North Point Press, 1990. Trad it. "Nel mondo Selvaggio", Red Edizioni, 1992)