PAGINA IN ALLESTIMENTO
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«Personalmente, vi posso assicurare che stando sempre sotto le stesse querce
e con la vista della stessa montagna in lontananza, la mia vita è stata piena
di meraviglie e scoperte, una mappa profonda che si è srotolata sotto i miei occhi,
una visione quasi miracolosa di quello che significa vivere. Ho percepito come
il luogo stesso ha svelato, un passo alla volta, dei segreti, man mano che ero
pronta a capirli. Solo di alcuni posso parlare.»
«Che cos’è quella forte sensazione che sperimentiamo quando stiamo
sulla cima di una montagna o davanti a un paesaggio molto bello?
Come se volessimo qualcosa? Che cosa è che vogliamo? Credo che sia
partecipazione, un abbraccio reciproco fra noi e il luogo.
Come si fa a partecipare a un luogo? Si partecipa avendone bisogno,
il bisogno di vivere – agire, interagire, capire, conoscerlo in molte stagioni
e umori e dai diversi punti di vista dei suoi tanti abitanti, umani e non-umani.
Se non abbiamo bisogno di quel luogo, allora siamo solo degli estranei, spettatori,
turisti. Se invece ne abbiamo bisogno, se ci servono cibo e riparo, siamo
nella stessa condizione degli altri abitanti, che vivono in una fitta rete
di relazioni.»
(E. Addey, pp. 82 e 106)
e con la vista della stessa montagna in lontananza, la mia vita è stata piena
di meraviglie e scoperte, una mappa profonda che si è srotolata sotto i miei occhi,
una visione quasi miracolosa di quello che significa vivere. Ho percepito come
il luogo stesso ha svelato, un passo alla volta, dei segreti, man mano che ero
pronta a capirli. Solo di alcuni posso parlare.»
«Che cos’è quella forte sensazione che sperimentiamo quando stiamo
sulla cima di una montagna o davanti a un paesaggio molto bello?
Come se volessimo qualcosa? Che cosa è che vogliamo? Credo che sia
partecipazione, un abbraccio reciproco fra noi e il luogo.
Come si fa a partecipare a un luogo? Si partecipa avendone bisogno,
il bisogno di vivere – agire, interagire, capire, conoscerlo in molte stagioni
e umori e dai diversi punti di vista dei suoi tanti abitanti, umani e non-umani.
Se non abbiamo bisogno di quel luogo, allora siamo solo degli estranei, spettatori,
turisti. Se invece ne abbiamo bisogno, se ci servono cibo e riparo, siamo
nella stessa condizione degli altri abitanti, che vivono in una fitta rete
di relazioni.»
(E. Addey, pp. 82 e 106)