Allargherei il cerchio per includere il luogo e gli esseri presenti alla nostra nascita, un po’ come le tredici fate della favola che portano i loro doni e le loro maledizioni. Includerei il mondo non umano da cui non siamo separati. La nascita del singolo è la continuazione di una storia già in corso, in cui il neonato partecipa, non è solo l’inizio della sua storia personale.
In questo senso, non viviamo solo la nostra vita, ma viviamo una realtà psichica enormemente più vasta. Forse se riuscissimo ad esserne consapevoli, saremmo più comprensivi verso noi stessi, capiremmo meglio l’origine delle nostre manie, i nostri malesseri e le nostre passioni.
Da “Il pozzo profondo IV”
in “Acque profonde”
Etain Addey
Italiano: Acque Profonde – i diari di Pratale
FioriGialli Edizioni, 2009
Inglese: From the Deep Well – the Diaries of Pratale Farm – Eyebright Books, 2016
Pagg. 258
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info: goldiehel@gmail.com
ISBN: 978-88-6118-008-6
Acque profonde è un libro che parla di giornate in campagna, scandite dal tempo vero, quello delle stagioni, quello circolare, che non fugge ma passa e poi ritorna. Parla della bellezza della natura e della vita e del legame profondo che unisce tutti gli esseri viventi.
Il luogo delle acque profonde è anche l’utero della terra, la porta comunicante tra ragione e istinto, coscienza e inconscio, rito e vita quotidiana, mito e attualità, magia e ragione. Questa porta comunicante è stata chiusa e sprangata dalla civiltà industriale, cancellando i riti, negando la sacralità della vita, la magia della natura. La civiltà del dominio ha rinnegato la Madre e, di conseguenza, ha isolato l’essere umano, rendendolo fragile, solo, nevrotico. Impaurito e incattivito.
Ma nel libro di Etain Addey esseri umani, animali e piante cantano in coro; l’oscurità e la luce si tengono per mano. “Le pecore vengono… con la lana bagnata di rugiada e cosparsa di fiori gialli e profumati…”, Etain racconta la bellezza magica e sublime sia del vivente che anche della materia inerte, una bellezza che riesce a vedere solo chi è anfibio nell’anima e tiene aperta la porta dei sogni e del sacro.
Un libro che conforta e fa espandere l’anima, immiserita dalle meschinità quotidiane della vita in una società aggressiva, competitiva e futile, confusa da una cultura fatta di menzogne e di omissioni. Ci ricorda qualcosa che sappiamo e che giace in quelle acque profonde: la grandezza e la bellezza immutabile della natura. Ci ricorda il nostro farne parte nella vita e nella morte, anche noi magici e materiali, sacri e profani come ogni cosa nell’universo e su questa terra.