INCONTRO BIOREGIONALE 2017

il 9, 10, 11 giugno 2017
Presso Venti di Terra
Presso l’Associazione Venti di Terra (Gricigliana, Prato – Appennino Toscano)

di seguito RESOCONTO E IMMAGINI dell’incontro

Metaforicamente parlando, arrivare alla sede dell’Associazione Venti di Terra è come un allontanarsi gradualmente dalla modernità. Infatti, dopo aver lasciato l’asfalto e il brusio del traffico del fondovalle, si sale la montagna dapprima in stradine sempre più piccole e meno battute, per poi imboccare una strada bianca che farebbe inorridire l’industria automobilistica, ma che sfocia in un casale in pietra dove regna la quiete e i ritmi sono lenti, dettati dal sole che si alza e dalla luna che tramonta.

Tutt’attorno al casale c’è il bosco, bello, con alberi alti e verdissimi che però sembrano chiedersi “cosa ci facciamo qui?”. Infatti, sono il risultato della mano dell’uomo che nel secolo scorso pensava di incrementare il proprio reddito piantando conifere laddove il luogo diceva castagno e quercia. E così sono pini, cedri e abeti, addirittura abeti Douglas! che danno un ‘tocco’ di California (la loro terra d’origine), e che sembrano aver trovato una loro seconda patria, tanto crescono belli e forti.

Anche i convenuti al casale hanno ritmi lenti, infatti solo a fine giornata di venerdì il grosso dei partecipanti è arrivato, trovando l’accoglienza degli ospitanti: Lorenzo e Eva, in seguito Martina e gli altri. L’eccitazione del rivedersi emoziona e mette allegria a tutti, i nuovi venuti vengono accolti con gioia, si scaricano gli alimenti per far funzionare la cucina. L’ampio fienile restaurato è la sede della cucina e del  pernottamento su due piani, ma anche il posto dove aprire i banchetti per esporre libri, oggetti, prodotti della terra etc… Dopo cena, si svolge l’incontro per mettere definitivamente a punto il programma e assegnare i compiti e le mansioni per il buon funzionamento dei due giorni successivi.

L’incontro vero e proprio inizia alle 10 di sabato mattina. Il tamburo di Giampietro chiama a raccolta i partecipanti, che si dispongono per il Cerchio d‘apertura. Chi è solito frequentare i nostri incontri conosce l’importanza di questo momento. Dopo le parole di ringraziamento verso chi ci ospita, il saluto ai partecipanti (anche quelli che non sono potuti venire, ma che sono con noi nella mente), allo spirito del luogo, e il salto (metaforico) nel mondo dove siamo un tutt’uno con le “10 mila cose”, la parola passa ai convenuti per presentarsi, raccontare la propria pratica, il proprio impegno, le aspirazioni, visioni, preoccupazioni, il posto (bioregione) dove si vive… (nota: Etain chiede ad ognuno il segno zodiacale, perché ha in mente di fare l’oroscopo dell’incontro). È l’una del pomeriggio quando l’ultimo dei partecipanti termina di parlare e gli addetti al pranzo sono già pronti con il cucinato e quindi il cerchio si tramuta in rettangolo, attorno ai tavoli.

Il pomeriggio il Cerchio si ricompone di nuovo e si apre con la presentazione del libro di Felice Non ho tempo per la fretta, Pentagora 2016. Felice è un membro storico del movimento bioregionale italiano e questo libro rende onore alla sua arte poetica, che così bene riflette la sua pratica e impegno per la Terra. Dopo aver raccontato gli antefatti della creazione del libro, e la sua meraviglia per l’attenzione goduta alla presentazione dello stesso alla recente fiera del libro di Torino, Felice ha letto una selezione delle sue poesie più belle e attinenti ai temi dell’incontro e all’attualità in generale. Il libro è arricchito dalle illustrazioni di Daniele Garota.

Gli ha fatto seguito il primo tema di discussione vero e proprio (quest’anno ci sono state molte presentazioni di libri, come vedremo in seguito). Il tema toccava un argomento scottante dell’attualità, quello della “Presenza nelle bioregioni dei migranti”. Tema voluto e introdotto da Silvana Mariniello, e moderato da Egidio. Diciamo che in questo frangente il Cerchio ha dato il meglio della propria sensibilità ed empatia verso queste persone che hanno lasciato i loro paesi di origine in cerca di una vita migliore e di un posto in qualche modo più sicuro per i propri figli (sicuro? Per ora forse si, se lo rapportiamo ai paesi da dove questa gente fugge, ma la realtà del sistema in cui noi tutti oggi viviamo è tale che nessuno può dirsi al ‘sicuro’, come è stato giustamente sottolineato). Quindi, consapevoli degli ampi e cancerogeni giochi politici ed economici che ruotano attorno al fenomeno migratorio (Antonio), la questione per noi non poteva che riguardare noi stessi come individui e quel poco che possiamo personalmente fare per alleviare questo dramma. Un dramma che si somma alla frustrazione quando al contatto si scopre che l’aspirazione primaria di questi sfortunati sia l’ottenimento di tutti quegli aspetti illusori di benessere diffuso (soldi, vita facile, gadget tecnologici etc…) che di fatto sono i responsabili della loro e nostra miseria (Etain, Giampietro, Chiara…).

In quanto alle bioregioni, esse non hanno problemi. Per esse chiunque è il benvenuto, purché consapevole della delicata trama di relazioni: umane ed ecologiche, di cui sono composte. La visione lunga di noi bioregionalisti va nella direzione di un mondo in cui il colonialismo (nei suoi vari aspetti) non sia più il volano delle società umane. Se come bioregionalisti aspiriamo a diventare cittadini della più ampia comunità del posto in cui viviamo, della bioregione in cui viviamo, come possiamo non rispettare i nostri simili e le bioregioni in cui essi vivono?

 Ha fatto seguito la presentazione del libro di Arnold Mindell Quantum Mind, Astrolabio Ubaldini 2017; tradotto da Chiara Zagonel, che l’ha presentato a noi tutti, dopo una breve introduzione di Etain. Libro tosto questo, tratta le energie sottili del subconscio (Mindell, infatti, è uno psicanalista junghiano). “Un mondo governato da altre leggi, un mondo in cui lo spazio si curva e il tempo si espande, abitato da esseri che comunicano in modalità sconosciute nella realtà ordinaria”. Un mondo parallelo costituito dalla memoria profonda che è in ognuno di noi e che, al di la della nostra volontà, condiziona la nostra vita e… la rende unica.

Il pomeriggio è stato chiuso dal concertino musicale dei figli di Noa e Simon, Tsuf e Nevet (ambivalenti alla fisarmonica e organetto) e Adele (violoncello), figlia di Laura V. e Stefano. L’esecuzione ha avuto luogo nello spazio interno, tramutato per l’occasione da loro stessi in sala concerto, ed ha visto i ragazzi impegnati in una decina di brani tratti dalla tradizione popolare e classica. Notevole e partecipata è stata l’esecuzione di “Bella ciao”.

Dopo cena invece, è stata la volta di Silvana Mariniello e di Lara Panizzi, protagoniste in una performance teatrale dal titolo “Scie di memoria in pista”. Il cielo di stelle e la luna che saliva (in verità alla fine della performance), le belle musiche di Egidio e la breve presentazione di Giuseppe hanno fatto da premessa e sfondo. La trama è presto detta: due clown sono in viaggio alla ricerca del loro padrone (il clown bianco) e, nel corso del loro girovagare in giro per il mondo si imbattono in vari olocausti: gli indiani d’America (con testi presi dal librino Irochese Parole di ringraziamento, The Tracking Project 2013, da noi tradotto e distribuito) , la Palestina, gli aborigeni australiani, l’olocausto armeno, il massacro di Srebrenica. La performance è stata coinvolgente e a tratti esilarante.

La sessione domenicale dell’incontro inizia con delle comunicazioni. Giuseppe, comunica l’imminente uscita (solstizio estivo) del nuovo numero del notiziario di Sentiero Bioregionale, redatto da Chiara Reggiani sul tema “I colori della natura…”, mentre la redazione del numero successivo (solstizio invernale 2017) sarà di Jo Gabel e avrà come tema “La cultura contadina… i suoi rimedi, prescrizioni, cibi, ricette, erbe…”; segue Etain, con le sue “comunicazioni ottimiste”: il bellissimo spettacolo del botanico Stefano Mancuso (l’autore di Verde Brillante) in programma nei prossimi mesi a Firenze, Bari e Pordenone; la prof. Maria Tomarchio ha parlato di bioregionalismo nel suo intervento sugli Orti di Pace a Catania il mese scorso; il 7-9 luglio si terrà a Mancetter nel Regno Unito la 12° conferenza della Fondazione Prometheus su Deep Philosophy, Deep Ecology; infine, il libro di Freya Mathews Per amore della materia uscirà a settembre per Magi editore. Laura T. ha relazionato sulla questione dei vaccini e la mobilitazione che ne è seguita dopo il decreto governativo all’obbligo di somministrazione degli stessi; Rosaria, ha fatto conoscere il lavoro dell’associazione Tatawelo di Torino, rivolto al sostegno economico dei produttori del caffè nel Chiapas, promuovendo acquisti anticipati in modo da assicurare un reddito sicuro per i contadini di questa bioregione. Per maggiori dettagli: tatawelo.it .

Il bastone della parola è andato poi a Giampietro che ha introdotto Cosetta nella presentazione del suo libro Il Passaggio Segreto, Ouverture Edizioni 2016. Si tratta di un libro di fotografie, corredate da brevi racconti e poesie, che Cosetta ha collezionato nel corso degli anni. Sono fotografie speciali, scattate con occhi empatici verso il selvatico: ritraggono forme ed esseri incastonati nelle rocce, stilizzati negli alberi marcescenti, fluttuanti nei corsi d’acqua o nella frescura dei muschi. Un libro che stimola la fantasia, la sensibilità e l’amore per il mondo che ci circonda.

“La ricerca e la pratica della coerenza come bioregionalisti” è il tema successivo. Introdotto da Cosetta e moderato da Silvana. La coerenza è chiaramente sempre relativa e in divenire per chi la pratica. Ci si è chiesti se la coerenza significa sacrificio (Silvana). No, se è preceduta da una scelta e inserita in un percorso di crescita, sia intellettuale che materiale. Ma, attenzione, la troppa coerenza può far male a se stessi, può ferire chi ci sta accanto, i propri cari, amici e amanti… e può anche facilmente sfociare nell’egotismo (Felice).

Si diceva all’inizio l’intenzione di Etain di fare l’oroscopo dell’incontro, ecco qui di seguito, dalle sue stesse parole, cosa ne è venuto fuor: In questo periodo esiste un grande trigono in segni di fuoco (Saturno in Sagittario trigono Urano in Ariete trigono Nodo lunare in Leone) che sembra suggerire un momento di concretezza, in cui forse l’establishment si indurisce nel suo modo di procedere ma in cui contemporaneamente si apre uno spazio per una risposta innovativa, inaspettata, creativa. La concretezza deve essere anche la nostra, nel senso che si devono mettere in atto le nostre idee, agire. Questo trigono segna fortemente l’incontro di Gricigliana e proprio in questi giorni, si è aggiunto Venere a Urano, rendendo la creatività uraniana più amorevole e compassionevole.

La presenza all’incontro di Sentiero Bioregionale di una grande preponderanza di persone con il Sole nei segni fissi (Scorpione, Toro, Leone, Acquario) ci dice anche che il gruppo è forte, consolidato, perché i segni fissi sono quelli capaci di continuare nella costruzione di ciò che già esiste e di organizzarlo in modo più efficiente. Tendono a dare stabilità a ciò che è già costruito. Hanno la capacità di perseverare e la pazienza li porta a conseguire obiettivi che altri meno ostinati difficilmente raggiungono.

Infine, il Cerchio di chiusura. Abbiamo ringraziato ancora una volta gli amici di Venti di Terra per l’ospitalità, gli alberi sotto i quali siamo stati bene, il buon cibo portato e gli addetti che l’hanno cucinato, quelli che a turno hanno lavato i piatti e tutti quanti che hanno lasciato il posto come l’hanno trovato.

 

Giuseppe Moretti

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