INCONTRO BIOREGIONALE 2017
![]() Presso Venti di Terra Presso l’Associazione Venti di Terra (Gricigliana, Prato – Appennino Toscano) di seguito RESOCONTO E IMMAGINI dell’incontro |
Tutt’attorno al casale c’è il bosco, bello, con alberi alti e verdissimi che però sembrano chiedersi “cosa ci facciamo qui?”. Infatti, sono il risultato della mano dell’uomo che nel secolo scorso pensava di incrementare il proprio reddito piantando conifere laddove il luogo diceva castagno e quercia. E così sono pini, cedri e abeti, addirittura abeti Douglas! che danno un ‘tocco’ di California (la loro terra d’origine), e che sembrano aver trovato una loro seconda patria, tanto crescono belli e forti. Anche i convenuti al casale hanno ritmi lenti, infatti solo a fine giornata di venerdì il grosso dei partecipanti è arrivato, trovando l’accoglienza degli ospitanti: Lorenzo e Eva, in seguito Martina e gli altri. L’eccitazione del rivedersi emoziona e mette allegria a tutti, i nuovi venuti vengono accolti con gioia, si scaricano gli alimenti per far funzionare la cucina. L’ampio fienile restaurato è la sede della cucina e del pernottamento su due piani, ma anche il posto dove aprire i banchetti per esporre libri, oggetti, prodotti della terra etc… Dopo cena, si svolge l’incontro per mettere definitivamente a punto il programma e assegnare i compiti e le mansioni per il buon funzionamento dei due giorni successivi. L’incontro vero e proprio inizia alle 10 di sabato mattina. Il tamburo di Giampietro chiama a raccolta i partecipanti, che si dispongono per il Cerchio d‘apertura. Chi è solito frequentare i nostri incontri conosce l’importanza di questo momento. Dopo le parole di ringraziamento verso chi ci ospita, il saluto ai partecipanti (anche quelli che non sono potuti venire, ma che sono con noi nella mente), allo spirito del luogo, e il salto (metaforico) nel mondo dove siamo un tutt’uno con le “10 mila cose”, la parola passa ai convenuti per presentarsi, raccontare la propria pratica, il proprio impegno, le aspirazioni, visioni, preoccupazioni, il posto (bioregione) dove si vive… (nota: Etain chiede ad ognuno il segno zodiacale, perché ha in mente di fare l’oroscopo dell’incontro). È l’una del pomeriggio quando l’ultimo dei partecipanti termina di parlare e gli addetti al pranzo sono già pronti con il cucinato e quindi il cerchio si tramuta in rettangolo, attorno ai tavoli.
Gli ha fatto seguito il primo tema di discussione vero e proprio (quest’anno ci sono state molte presentazioni di libri, come vedremo in seguito). Il tema toccava un argomento scottante dell’attualità, quello della “Presenza nelle bioregioni dei migranti”. Tema voluto e introdotto da Silvana Mariniello, e moderato da Egidio. Diciamo che in questo frangente il Cerchio ha dato il meglio della propria sensibilità ed empatia verso queste persone che hanno lasciato i loro paesi di origine in cerca di una vita migliore e di un posto in qualche modo più sicuro per i propri figli (sicuro? Per ora forse si, se lo rapportiamo ai paesi da dove questa gente fugge, ma la realtà del sistema in cui noi tutti oggi viviamo è tale che nessuno può dirsi al ‘sicuro’, come è stato giustamente sottolineato). Quindi, consapevoli degli ampi e cancerogeni giochi politici ed economici che ruotano attorno al fenomeno migratorio (Antonio), la questione per noi non poteva che riguardare noi stessi come individui e quel poco che possiamo personalmente fare per alleviare questo dramma. Un dramma che si somma alla frustrazione quando al contatto si scopre che l’aspirazione primaria di questi sfortunati sia l’ottenimento di tutti quegli aspetti illusori di benessere diffuso (soldi, vita facile, gadget tecnologici etc…) che di fatto sono i responsabili della loro e nostra miseria (Etain, Giampietro, Chiara…). In quanto alle bioregioni, esse non hanno problemi. Per esse chiunque è il benvenuto, purché consapevole della delicata trama di relazioni: umane ed ecologiche, di cui sono composte. La visione lunga di noi bioregionalisti va nella direzione di un mondo in cui il colonialismo (nei suoi vari aspetti) non sia più il volano delle società umane. Se come bioregionalisti aspiriamo a diventare cittadini della più ampia comunità del posto in cui viviamo, della bioregione in cui viviamo, come possiamo non rispettare i nostri simili e le bioregioni in cui essi vivono?
Dopo cena invece, è stata la volta di Silvana Mariniello e di Lara Panizzi, protagoniste in una performance teatrale dal titolo “Scie di memoria in pista”. Il cielo di stelle e la luna che saliva (in verità alla fine della performance), le belle musiche di Egidio e la breve presentazione di Giuseppe hanno fatto da premessa e sfondo. La trama è presto detta: due clown sono in viaggio alla ricerca del loro padrone (il clown bianco) e, nel corso del loro girovagare in giro per il mondo si imbattono in vari olocausti: gli indiani d’America (con testi presi dal librino Irochese Parole di ringraziamento, The Tracking Project 2013, da noi tradotto e distribuito) , la Palestina, gli aborigeni australiani, l’olocausto armeno, il massacro di Srebrenica. La performance è stata coinvolgente e a tratti esilarante. La sessione domenicale dell’incontro inizia con delle comunicazioni. Giuseppe, comunica l’imminente uscita (solstizio estivo) del nuovo numero del notiziario di Sentiero Bioregionale, redatto da Chiara Reggiani sul tema “I colori della natura…”, mentre la redazione del numero successivo (solstizio invernale 2017) sarà di Jo Gabel e avrà come tema “La cultura contadina… i suoi rimedi, prescrizioni, cibi, ricette, erbe…”; segue Etain, con le sue “comunicazioni ottimiste”: il bellissimo spettacolo del botanico Stefano Mancuso (l’autore di Verde Brillante) in programma nei prossimi mesi a Firenze, Bari e Pordenone; la prof. Maria Tomarchio ha parlato di bioregionalismo nel suo intervento sugli Orti di Pace a Catania il mese scorso; il 7-9 luglio si terrà a Mancetter nel Regno Unito la 12° conferenza della Fondazione Prometheus su Deep Philosophy, Deep Ecology; infine, il libro di Freya Mathews Per amore della materia uscirà a settembre per Magi editore. Laura T. ha relazionato sulla questione dei vaccini e la mobilitazione che ne è seguita dopo il decreto governativo all’obbligo di somministrazione degli stessi; Rosaria, ha fatto conoscere il lavoro dell’associazione Tatawelo di Torino, rivolto al sostegno economico dei produttori del caffè nel Chiapas, promuovendo acquisti anticipati in modo da assicurare un reddito sicuro per i contadini di questa bioregione. Per maggiori dettagli: tatawelo.it .
“La ricerca e la pratica della coerenza come bioregionalisti” è il tema successivo. Introdotto da Cosetta e moderato da Silvana. La coerenza è chiaramente sempre relativa e in divenire per chi la pratica. Ci si è chiesti se la coerenza significa sacrificio (Silvana). No, se è preceduta da una scelta e inserita in un percorso di crescita, sia intellettuale che materiale. Ma, attenzione, la troppa coerenza può far male a se stessi, può ferire chi ci sta accanto, i propri cari, amici e amanti… e può anche facilmente sfociare nell’egotismo (Felice).
La presenza all’incontro di Sentiero Bioregionale di una grande preponderanza di persone con il Sole nei segni fissi (Scorpione, Toro, Leone, Acquario) ci dice anche che il gruppo è forte, consolidato, perché i segni fissi sono quelli capaci di continuare nella costruzione di ciò che già esiste e di organizzarlo in modo più efficiente. Tendono a dare stabilità a ciò che è già costruito. Hanno la capacità di perseverare e la pazienza li porta a conseguire obiettivi che altri meno ostinati difficilmente raggiungono. Infine, il Cerchio di chiusura. Abbiamo ringraziato ancora una volta gli amici di Venti di Terra per l’ospitalità, gli alberi sotto i quali siamo stati bene, il buon cibo portato e gli addetti che l’hanno cucinato, quelli che a turno hanno lavato i piatti e tutti quanti che hanno lasciato il posto come l’hanno trovato.
Giuseppe Moretti X Sentiero Bioregionale |