UNA GIOIA SILENZIOSA

Un ecosistema che ha impiegato dodicimila anni per formarsi e che sosteneva una ricca diversità biologica, potrebbe sparire in quattrocento anni. Dobbiamo però tenere presente che la scelta della sua distruzione non fu presa da chi ci abitava e da chi ci abita tuttora, ma dipese dal desiderio di grandi profitti da parte di pochi.

Una bioregione, quindi, è una zona che ha particolari caratteristiche, che bisogna rispettare per il bene di tutti gli abitanti. Il bioregionalismo spera nell’impegno di chi ama e abita il luogo, per evitare catastrofi come quella dei Fens. La parola chiave è “ama”! La razionalità è una virtù rispettabile, ma non ci aiuta a non combinare disastri. Nella vita pratica ci vuole cuore e il cuore non si esprime in cifre, si esprime attraverso l’immaginazione.

 

ETAIN ADDEY
Da “Chi canta i nostri fiumi nascosti”

in “Una Gioia Silenziosa”

Etain Addey
Una Gioia Silenziosa
Ellin Selae 2003
Inglese: A Silent Joy
Pagg. 195
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info: goldiehel@gmail.com

È possibile oggi abbandonare la vita urbana, abbracciare una vita senza comodità, accettare la precarietà, il caldo, il freddo, l’incontro con i mille mestieri dimenticati della sopravvivenza umana, fra vegetazione, animali domestici e selvatici?

Come ci si sente a passare dalla vita cosmopolita fra Londra e Roma e farsi strada fra i sentieri di una campagna, quella umbra, dalla quale sono fuggiti in tanti negli anni ’50 e ’60?

Etain Addey, come già migliaia di occidentali in questi ultimi venti anni, ha deciso di non prestare più il cervello alle multinazionali ma di occuparsi in prima persona della propria sopravvivenza, imparando di nuovo gesti secolari. Coltivarsi il proprio cibo, allevare le pecore, gli asini, i cavalli e le galline, insegnare ai propri figli, costruirsi la propria casa, uscire dal mondo degli esperti e dei consumi industriali, tutto questo significa rientrare nel grande flusso affascinante della vita da inventare fra campi e boschi, significa un ritorno a casa.

Etain Addey ha imparato infinitamente di più dalla valle dove abita, che non da anni di studio o di lavoro nel mondo “moderno”, e qui racconta le percezioni gioiose che le arrivano dal vivere quotidiano, le persone incontrate lungo la via verso casa, le storie che rivelano lo spirito del luogo.