BIOREGIONALISMO

La Terra in versi

Ampia abbastanza per tenerti in osservazione
Aperta abbastanza per tenerti in movimento
Arida abbastanza per mantenerti onesto
Pungente abbastanza per renderti tenace
Verde abbastanza per continuare a viverci
Vecchia abbastanza per darti i sogni


Gary Snyder
da “Mountains and rivers without end”

BIOREGIONALISMO

[…] Il bioregionalismo include gli esseri umani come specie che interagisce con gli aspetti naturali del luogo. Esso promuove un atteggiamento abitativo secondo il quale gli esseri umani si adattano in modo appropriato alle caratteristiche naturali della bioregione. Al punto in cui siamo nella storia dell’umanità tale atteggiamento esiste solo tra i cosiddetti popoli primitivi o in forma di descrizione storica. Sarebbe auspicabile, per la maggior parte delle persone sul pianeta oggi, diventare ri-abitanti, in modo da adattarsi alle caratteristiche naturali della bioregione in cui vivono. Una bioregione è sia un terreno geografico che un terreno della consapevolezza. E’ un’idea culturale che si basa su caratteristiche associabili di solito alle scienze naturali. In parole povere, una bioregione è un “posto-governato-dalla vita”, la consapevolezza che il luogo naturale intorno a te è vivo e contiene la tua vita come pure la vita di altre specie.
[…]
Il bioregionalismo è un movimento pro-attivo. Sta portando il concetto del posto-vita nelle attività e negli obiettivi della società umana, invece di limitarsi a protestare. L’ambientalismo è sorto come attività di protesta basata sul tentativo di affrontare la distruttività della società industriale. Da un lato, cerca di preservare le aree wilderness incontaminate come un bene in sé, e dall’altro, di mantenere l’acqua e l’aria pulite per il bene degli umani. Il bioregionalismo va oltre tutto questo. In una bioregione ci sono diverse zone in cui l’essere umano si confronta con i sistemi naturali: urbano, suburbano, rurale e selvatico. E ognuno di questi dovrebbe avere un approccio riabitativo diverso.
[…]

Ad un primo sguardo l’idea bioregionale sembra una prospettiva orientata verso la protezione della natura o quanto meno rivolta alla vita all’aria aperta. In realtà, la prospettiva bioregionale è profondamente filosofica perché affronta le questioni fondamentali della nostra civiltà: chi sono, cosa sono, e cosa ho intenzione di fare? Nel contesto della biosfera, ogni persona fa parte della specie umana che interagisce con le altre specie, questa è la premessa fondamentale del bioregionalismo. […] (da Alza la posta! Saggi storici sul bioregionalismo, di Peter Berg, selezione di brani a cura di Giuseppe Moretti, ed. Mimesis, pagg.121 e 122)

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Come dice Peter Berg, il bioregionalismo è sia un territorio geografico che un territorio della mente. Ovunque noi siamo, siamo in una bioregione. Una bioregione è un insieme di relazioni. Un bacino idrografico è di per sé una bioregione, non è una monocultura, è un insieme di biodiversità. E’ contraddistinto dall’elemento acqueo, che collega chi sta a monte e chi sta a valle. La bioregione del Po per esempio contiene al suo interno tante microbioregioni che fanno riferimento ai suoi affluenti. Questa idea è nata nel movimento degli anni ’60 negli Stati Uniti. Quando il movimento si è sfaldato, molti si sono irradiati nel paese, soprattutto nelle aree più marginali, in luoghi remoti dove praticare la propria esistenza senza imposizioni e hanno scoperto che c’era tutto un mondo, vivo, e la consapevolezza che noi viviamo in un luogo che è vivo e siamo parte di esso.
Si tratta di passare da una visione antropocentrica, l’uomo al di sopra di tutto, ad una visione ecocentrica, l’uomo parte di un insieme. (da un’intervista di Massimo de Feo a Giuseppe Moretti pubblicata su Alias pagg.2 e 3, abbinato a Il Manifesto di sabato 14 ottobre 2017).

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La consapevolezza bioregionale ci insegna in modi specifici. Non è sufficiente solo “amare la natura” o voler “essere in armonia con Gaia”. La nostra relazione con il mondo naturale si manifesta in un posto, e deve essere sostenuta da informazione ed esperienza.
(da Nel Mondo Poroso di Gary Snyder – ed. Mimesis)