Resoconto di Giuseppe Moretti
Le numerose defezioni all’ultimo momento lasciavano presagire quantomeno un incontro sottotono, invece così non è stato. Ancora una volta un incontro di Sentiero Bioregionale denso, significativo e colmo di energia positiva. Cosa non da poco, visti i tempi…
Il venerdì è stato, come sempre, dedicato agli arrivi, sistemazione delle provviste, definizione spazi e stesura del programma definitivo.
Il Cerchio di apertura del sabato mattina si è aperto con i convenevoli di rito: il saluto ai partecipanti (e a chi non ha potuto esserci) e al luogo che ci ospitava, dopodiché hanno preso il via le presentazioni che, ancora una volta, non hanno mancato di offrire testimonianze di vita vissuta, che hanno immancabilmente creato spirito di gruppo fra i partecipanti. Nel poco tempo rimasto prima del pranzo si è affrontato il tema degli incontri stessi di Sentiero Bioregionale (Giampietro, Etain, Giuseppe, Cosetta)*, come dar loro più visibilità, risonanza, dove e quando fare il prossimo. Si è deciso, ad esempio, che il mese di luglio è da evitare, e si è pensato come data per il prossimo incontro il 17/18/19 Maggio 2019. Per il dove, sono emerse un paio di possibilità, una nella Marche e un’altra vicino ad Assisi, sulle quali lavorarci.
La sessione pomeridiana si è aperta con la presentazione (Etain) del libro delle filosofa panpsichista australiana Freya Mathews “Per amore della Materia” (Magi edizioni, 2018). Un libro fondamentale per recuperare e rigenerare nella cultura occidentale la consapevolezza che la materia è viva e in continua relazione con noi e con le cose che ci circondano.
Il tema seguente “La genitorialità e i bambini oggi: a che punto siamo?” (Cosetta, Laura, Giampietro, Noa, Elena, Paola, Chiara) ha messo a nudo la drammatica assenza di lungimiranza del sistema scolastico nazionale e l’assenza (spesso) di una ‘presenza’ genitoriale seria.
L’argomento successivo “Come resistere e rispondere al controllo burocratico” (Stefano e Laura, Felice, Etain, Luca, Francesca, Vanessa) ha coinvolto i partecipanti in una appassionata discussione verso un aspetto della vita sempre più pressante, invadente, anche per chi vive ai margini, come molti dei partecipanti presenti. Gli interventi hanno fornito vari esempi di resistenza in questo senso, verso le norme eccessive in agricoltura e allevamenti, nell’edilizia, nella trasformazione dei prodotti… fino alle eccessive imposizioni in tema di vaccini e scuola famigliare.
Dopo cena si è tenuto, nel grande salone, il concertino dell’ormai consolidato giovane trio di Sentiero Bioregionale: Tsuf, Nevet e Adele, sempre più bravi e creativi con le loro fisarmoniche e violoncello. Hanno fatto loro seguito Giampietro al giambé, che ha accompagnato Rand alla chitarra, nel suo repertorio di canzoni country/folk d’eccezione.
Il Cerchio della domenica si è aperto con la presentazione del “Fascicolo Po” (Giuseppe, Giampietro), realizzato dal “Gruppo di studio per la bioregione del bacino idrografico del Po”. Si tratta di una serie di spunti sottoforma di studi, documenti, mappe, poesie, libretti e quant’altro raccolti in una cartellina. Scopo dell’iniziativa è stimolare un immaginario altro, quello che manca e cioè: vedere se stessi e il luogo/bioregione in cui si vive, come se fosse un tutt’uno interdipendente.
Il tema dei “Mercatini delle auto-produzioni, quale futuro?” (Etain, Felice, Cosetta, Paola, Francesca, Laura, Massimo) ha dato la possibilità alle realtà che da tempo si cimentano in quest’ambito di esporre le loro storie, strategie, risultati… ma anche sconfitte e delusioni… perché le tentazioni di fare le cose in ‘grande’ sono sempre in agguato, e questo è in antitesi con una economia resiliente.
È seguita poi la presentazione (Giuseppe) di “Questo Istante Presente” (Jouvence, 2017), l’ultimo libro di poesie del bardo poeta Gary Snyder.
Tutti conoscono il fondamentale contributo di questo poeta alla crescita di una sensibilità ecologica nel mondo intero e leggere le sue composizioni è sempre un arricchimento della mente e dello spirito.
Infine, l’ultimo tema dell’incontro “Il ruolo della poesia nel bioregionalismo” (Felice, Cosetta, Etain, Alberto). La poesia si sa è “un residuo come minimo dell’era Paleolitica. Pittura, musica, danza, canto, scultura si sono ‘succedute’ in celebrazione della vita” (Stefan Hyner, nel prossimo numero di Lato Selvatico). Ecco perché poesia e bioregionalismo sono la stessa cosa.
Dopo pranzo il Cerchio di chiusura dell’incontro. Un ringraziamento doveroso a Zino e all’Associazione “Venti di Terra”, nonché Amerigo, il patriarca del posto, per l’ospitalità. Ai tanti bambini/e e ragazzi/e che con le loro voci e giochi hanno rallegrato l’ambiente. Ai vari studenti che hanno partecipato senza stancarsi ma sempre presenti e attenti. A Giampietro che ha coordinato l’incontro e tenuto i conti. Ai volontari della cucina, che si sono succeduti cucinando, lavando i piatti e resettando i locali. Alla Cooperativa Cà Magre che ha offerto parte del cibo. A Cosetta e Felice che instancabilmente hanno abbellito con intervalli poetici le discussioni. Infine, allo spirito del luogo che ha assistito e guidato le nostre voci e azioni.
per la Terra
Giuseppe Moretti
X Sentiero Bioregionale
*”tra parentesi” i nomi degli interventi più significativi (se ho dimenticato qualcuno o fatto confusione, me ne scuso).
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Resoconto di Francesca Mengoni
Come nel 2017 e il 2011, anche quest’anno ci siamo incontrati a Gricigliana, sull’Appennino tosco emiliano in provincia di Prato, ospiti dell’Associazione Non Violenta Venti di Terra.
L’esordio dell’incontro di Sentiero Bioregionale 2018 è stato un po’ difficoltoso: alcune defezioni a causa di incidenti e malattie e qualche inconveniente durante il percorso di arrivo. Addirittura il segretario di Sentiero, il nostro Giuseppe Moretti, per un problema con l’auto è arrivato soltanto sabato mattina.
Come ben previsto dalla lettura astrologica di Etain Addey, questi piccoli contrattempi avrebbero affaticato soltanto l’inizio, perché poi tutto si sarebbe svolto in modo fluido e gradevole.
La sera di venerdì, abbiamo potuto accordarci con serenità su come suddividere gli argomenti da trattare in cerchio e sui compiti da svolgere per l’autogestione.
Per quanto riguarda i compiti, come spesso accade, per cucinare si sono proposte le donne, mentre per il lavaggio dei piatti e altri lavori di aiuto, si sono proposti gli uomini.
Anche se il lavoro in cucina comporta la perdita di qualche passaggio sugli argomenti in programma, lo scambio, la collaborazione tra chi prepara il cibo, è sempre interessante e stimolante, anche perché gli alimenti sono tutti genuini e quindi insieme si percorre non soltanto la trasformazione ma anche la storia di come sono arrivati alla nostra tavola: da quale orto i pomodori, da quale pecora il formaggio, da quale forno il pane.
Non tutte siamo abituate a cucinare per tante persone e quindi è anche una sfida cimentarsi e una grande soddisfazione poter mangiare tutti insieme.
Oltre a provenire da bioregioni diverse, anche l’età delle persone presenti era molto diversificata: c’erano bambini, adolescenti, ragazzi, adulti e persone mature. Questo ha consentito uno sguardo da molte angolazioni diverse sui vari argomenti da trattare.
Il sabato mattina, dopo aver atteso l’arrivo in treno di Giuseppe, ci siamo posizionati sotto i pini in prossimità del fienile e abbiamo iniziato con il giro delle presentazioni.
E’ sempre arricchente ascoltare le storie altrui, e per noi, che ci conosciamo da tempo, è anche un’occasione per fare il punto della situazione e cercare di chiarire in che fase siamo del Sentiero.
Il primo argomento trattato è stato “Come curare la Promozione di Sentiero Bioregionale”.
Noi ci teniamo a promuovere il nostro sentiero, allo stesso tempo non possiamo snaturare la nostra attività con un marketing commerciale che non si addice alle nostre modalità. Abbiamo quindi stabilito che, per compiere un primo passo sul Sentiero va bene leggere qualcuna delle nostre pubblicazioni ed è auspicabile una visita ai luoghi dove viviamo per rendersi conto praticamente ciò che significa questo percorso.
Per noi è importante scambiare le nostre esperienze in modo paritario e senza che nessuno venga giudicato per il punto in cui si trova.
Felice ed Etain ci fanno notare che in questi anni hanno atteso persone che venissero a ri-abitare i poderi intorno a loro, ora abbandonati dai vecchi contadini ormai defunti, ma in verità nessun umano è venuto. Il selvatico ha dunque ripreso molti spazi e si moltiplicano animali scomparsi, come il lupo, e farfalle di tantissime specie.
Rand ha suggerito che, come primo approccio al bioregionalismo, realizzare un orto didattico può essere un’esperienza interessante.
Le poesie di Felice e Cosetta hanno dato alcuni ulteriori spunti a questa conversazione.
Dopo il pranzo nuvole scure si addensavano nel cielo e noi ci siamo posizionati in una piccola radura di castagni e querce.
Francesca ed Etain hanno presentato il libro Per Amore della Materia di Freya Mathews di recente pubblicazione. Sentiero Bioregionale ha partecipato gratuitamente alla traduzione del testo.
Francesca ha sottolineato come questo conversare con il luogo sia possibile e riconoscibile da segnali chiari, che non è possibile fraintendere. Che porsi in conversazione con la materia – come suggerisce Freya – amplifica i nostri orizzonti e aggiunge nuove prospettive ai nostri modelli di pensiero abitudinari.
Etain ha letto per noi alcune pagine: Ma cosa vuol dire essere “incantati”? Letteralmente significa essere stati avvolti da un canto, da una canzone o da un incantesimo. Un luogo è incantato se è stato richiamato, se la sua soggettività è stata resa sensibile al sé attraverso l’invocazione del sé. Espressioni simili esistono nel linguaggio indigeno: nell’inglese aborigeno, per esempio, si parla di “cantare un luogo”, per risvegliarlo alla presenza della sua gente. Si vive il mondo come freya mathews per amore della materia panpsichismoincantato quando questo è stato invocato, risvegliato dal sé in questo modo, e il sé è a sua volta incantato dal suo essere in relazione con questo mondo risvegliato. […] Quando il nostro amato è il mondo, tuttavia, vale a dire quando siamo legati eroticamente al mondo attraverso la relazione con un luogo, con un territorio, allora essere innamorati può durare, perché il mondo mantiene per forza di cose la sua inconoscibilità, il suo essere inesauribile, il suo mistero. Una volta aperti alla sua soggettività, restiamo permeabili, trasformabili, animati dalla chiamata della vita (Per amore della Materia – edizioni Magi – pagg.51-53)
Cosetta ha poi introdotto l’argomento da lei suggerito La genitorialità e i bambini di oggi: a che punto siamo? Riflessioni sulla messa in pratica degli ideali educativi e sull’ apporto che può dare la visione bioregionale.
Dopo aver letto la poesia Una lettera d’amore di Nanao Sakaki, si è chiesta se i bambini oggi siano più felici di quando eravamo bambini noi.
Lei, nel suo lavoro di logopedista, sta notando che i disturbi dei bambini sono in aumento. La velocità, che è un parametro di grande importanza in questa epoca, sta creando disturbi a vari livelli. I bambini sono sempre più agitati ed i genitori sempre più assenti e indebitati.
A questo punto ha iniziato a piovere in modo energico e quindi ci siamo riavvicinati al fienile. Questo spostamento è stato provvidenziale anche per chi ha cucinato che, infatti, con qualche sortita, ha potuto continuare a partecipare al cerchio.
Sia Etain che Laura hanno osservato che una sana presenza e dedizione dei genitori nei primi tre anni di vita del bambino è una buona base per sviluppare nei figli sicurezza e indipendenza.
Paola ha notato che il luogo naturale dà dei ritmi e dei limiti educativi efficaci che non sono paragonabili agli spazi, a volte claustrofobici, delle strutture scolastiche.
L’insegnamento familiare – che libera dai modelli consumistici e altri rischi della scuola pubblica -, oltre ad impegnare i genitori nella fase educativa e dell’insegnamento, li coinvolge anche nel creare un ambiente di socializzazione adeguato alle esigenze dei bambini. Su questo ambito abbiamo ricevuto le testimonianze positive di Etain e Laura. In ogni caso è importante costruire una rete di relazioni di scambio.
Alberto ha condiviso la sua esperienza in Senegal, dove molti bambini si muovevano liberamente ed erano molto allegri e felici.
Rand ha ribadito che quello dell’orto didattico – che lui ha adottato come insegnante nella scuola dove lavora – è un’esperienza educativa molto valida.
Adriana ci ha messo in guardia a non essere troppo rigidi su una linea.
Giampietro ci ha suggerito di stare attenti a considerare anche ciò che fa star bene un genitore. Nel senso che non può essere una buona scelta quella che rende felice soltanto il bambino e lascia il genitore in grande difficoltà.
Etain ci ricorda che è importante avere una visione educativa per i propri figli e figlie e poter scegliere sul tipo di insegnamento che si vuol dare.
Francesca ritiene che in questa scelta educativa non ci sia una regola assoluta, che sia quella di non mandare o mandare i propri figli/e a scuola. Vari sono i fattori da valutare: il proprio stato di essere in quel momento della vita, l’attitudine e il carattere del proprio figlio/a, su che comunità si può fare affidamento, il tipo di scuola a cui si può accedere, come sono gli insegnanti e che margine danno di collaborazione, ecc…
In questo confronto, non sono mancati degli aneddoti, come quello raccontato da Cosetta in cui una madre, per prendere una decisione, chiedeva il permesso al figlio.
Felice ci dice che in natura i genitori portano il prima possibile i figli all’indipendenza. Nel libro “Alce Nero parla”, Alce Nero – un nativo americano – viene coinvolto nella caccia al bisonte già all’età di nove anni. Secondo Felice è bene prendere esempio le culture native che sono più a contatto con i ritmi naturali della terra: aborigeni australiani, nativi americani, boscimani… I genitori occidentali sono spesso terrorizzati dalla paura di sbagliare. Il bambino non guarda l’errore: guarda l’amore.
Per Zino è importante mantenere la calma. Avere delle idee di base, delle ispirazioni, che ci possono sostenere nel proprio percorso. Avere una fiducia di base. Ogni volta occorre arrangiare nuovi accordi, Mediare le forze.
In questa visione di mediare le forze, Francesca ha parlato della carta dei tarocchi del Carro. Nelle carte zingare chi guida il carro della vittoria per tenere la propria direzione, deve mediare in continuazione tra un tacchino ed una capra che tirano il carro.
Infine, abbiamo convenuto tutti che sia auspicabile un insegnamento all’aperto, che ci sia una comunità di scambio, secondo le ispirazioni date dai popoli nativi, ma poi non ci sono regole assolute su come attuare queste indicazioni perché ogni caso va valutato individualmente.
Dopo un buon pranzo abbiamo iniziato a parlare di Come Sopravvivere alla Burocrazia.
Laura che lo ha proposto, ha presentato l’argomento. Lei si sente esausta perché è stato un anno difficile per la questione degli esami obbligatori per chi tiene la scuola famigliare. Si sente prosciugata da queste incombenze burocratiche.
Anche Etain deve riconoscere che ci vuole un certo fanatismo per resistere e nell’ultimo anno, per svolgere la sua piccola attività di azienda agricola, ha dovuto pagare cifre consistenti di bolli e tasse varie. Stare sotto il livello degli interessi economici più grandi – sotto la linea del radar, come lo chiama Felice – richiede comunque molta determinazione e fatica.
A volte vale la pena farsi valere e non essere sempre accomodanti nei confronti delle richieste assurde che vengono effettuate dalle istituzioni.
Per Felice, stare sotto la linea del radar significa soprattutto creare rete e scambiare tra persone che hanno scelto un certo stile di vita, liberarsi da spese di oggetti che non sono realmente nei nostri bisogni, ritornare alla semplicità delle cose e non dipendere dai grandi movimenti del sistema economico attuale.
Francesca fa notare che dalle multe non si è mai al sicuro anche per chi è ligio a tutte le incombenze burocratiche. Racconta infatti di persone di sua conoscenza che hanno emesso per sbaglio, in una contrattazione notarile, due assegni di poco valore senza la scritta non trasferibile. Chi ha emesso l’assegno, e il notaio stesso, hanno ricevuto una multa considerevole per ognuno degli assegni emessi.
Anche su questo argomento, abbiamo convenuto che sia quanto mai necessaria una grande capacità di mediazione e quindi – a livello simbolico – la carta del tarocco del Carro con tacchino e capra che tirano in direzioni diverse, è risultata quanto mai appropriata.
Abbiamo scherzato molto sulle contraddizioni burocratiche, gli obblighi farraginosi che ci vengono imposti. Stefano ha provocatoriamente proposto di costruire una costruzione abusiva cioè: una vasca idromassaggio per asini.
In serata abbiamo assistito ad un coinvolgente concertino di Tsuf e Nevet alle fisarmoniche, Adele al violoncello, Rand alla chitarra, Giampietro al djembé.
In mattinata Giuseppe ha presentato l’ultimo libro di poesie di Gary Snyder “Questo istante presente” e il “Fascicolo Po” (Giuseppe, Giampietro), realizzato dal “Gruppo di studio per la bioregione del bacino idrografico del Po”.
Felice e Cosetta hanno condiviso altre loro poesie.
Dopo questo siamo passati all’argomento Mercatini delle auto-produzioni: dove stanno andando/quale futuro?
Sono state presentate tre diverse esperienze: quella di Gubbio che il 28 luglio 2018 festeggerà il suo duecentesimo mercatino; quella di Palombara Sabina che purtroppo è naufragata dopo un po’ di anni di svolgimento e quella di Felice che si estende in un’ampia zona intorno a San Severino Marche.
Sia per Felice che per Etain quello che contraddistingue questi mercatini e ciò che è al centro della esperienza è l’incontro e la relazione tra le persone.
In ambedue i casi vengono spedite a casa lettere o mail, l’incontro è itinerante con una frequenza di una volta al mese per quello di Gubbio e una volta ogni tre mesi per quello nelle Marche.
Dal confronto si è visto che individuare la giusta frequenza è importante.
Nelle Marche ogni volta avviene un incontro di condivisione, i partecipanti non sono interessati tanto alle produzioni ma allo scambio, allo stare insieme e ad avere un incontro amorevole.
A volte può capitare di essere in pochi, ci sono naturalmente delle fasi di espansione e di remissione, è importante comunque essere presenti, mantenere il ritmo.
E’ interessante notare che questi mercatini di scambio si autoregolano sulle offerte di prodotti da scambiare. E’ raro che vengano portati gli stessi beni, si tende naturalmente a differenziare.
Purtroppo non era presente Carlo (che all’ultimo momento ha dovuto rinunciare alla sua partecipazione) a presentare l’argomento da lui proposto: ll ruolo della poesia nel bioregionalismo. Siccome ero di turno in cucina, non ho dettagli su quanto espresso in cerchio.
Nel primo pomeriggio siamo lentamente rientrati ai nostri luoghi rafforzati dall’incontro.
Francesca Mengoni
foto di Giampietro Forlani